Le Terme e l'acqua
Come in tutte le città romane, le terme occupavano ad Ostia uno spazio importante. Si contano quattro stabilimenti termali pubblici, tutti del II s d.C.: le Terme di Nettuno, a pochi metri dalla Porta Romana, con i famosi mosaici raffiguranti Nettuno ed Anfitrite; le Terme del Foro, con la loro particolare forma curvilinea; le Terme della Marciana, le più antiche, che affacciavano sull'antica spiaggia, con un curioso mosaico di atleti e una vasca alimentata con acqua di mare; le Terme Marittime, le più grandi, verso la foce del fiume in mezzo ad una zona non scavata.
Una ventina sono le terme private: tra le più famose, le Terme dei Sette Sapienti, costruite fra due caseggiati, con il frigidario decorato dall'affresco della Venere al bagno e il mosaico tondo della sala centrale con cacciatori ed animali esotici, e le Terme dei Cisiarii, la corporazione dei carrettieri, dal vivace mosaico raffigurante i carri trainati da muli.
L'acqua proveniva dall'acquedotto del quale la città fu dotata sotto Caligola, nel I s., portata sin dalle sorgenti dei Monti di Acilia, a una decina di chilometri verso Roma, ma fu sempre utilizzata anche la falda acquifera che scende tuttora dai Colli Albani, affiorante a meno di 5 m di profondità, e alla quale attingevano pozzi e norie, ancora visibili.
Grandi finestre illuminavano gli ambienti riscaldati rivolti verso sud-ovest, e laddove erano rivolti verso nord, come nelle Terme di Nettuno, si ricorreva a doppi vetri. In tutte le terme è tuttora visibile il sistema di riscaldamento ad ipocausti e sono spesso accessibili al pubblico i corridoi di servizio, come nelle Terme del Foro.