Il Thermopolium
I Romani chiamavano le taverne "popina" o "caupona". La parola "thermopolium" è un termine usato da Plauto in una commedia dove si burla dell'usanza diffusa fra i suoi contemporanei di inventare parole grecizzanti per pedanteria! Le taverne, ovviamente, non mancavano ad Ostia ...
Il Thermopolium è la più famosa di tutte. Fu allestita nel III s. nella via di Diana, in pieno centro a due passi dal foro, al pianoterra di un'insula. E provvista di tre porte: la prima dà accesso alla sala dove i clienti sedevano intorno ai tavoli; la seconda, fiancheggiata da due panchine poste sul marciapiede sotto al balcone del piano superiore, lascia vedere il bancone; la terza dà sulla cucina dove si trovano l'orcio da vino, o dolium, interrato nel pavimento e il banco di cottura. Dopo un terremoto nel V s., fu necessario puntellare la volta, con un muro interno al quale furono addossate delle mensole di marmo. Sopra, un affresco rappresenta un bicchiere, delle nacchere ed un vassoio con alimenti. Due porte sul retro portano ad un cortile interno, con una piccola fontana e una panchina dove sedere dove una scala porta ad una stanzetta sotterranea forse un larario.
La caupona di Fortunatus si trova lungo il decumano, all'ingresso della via della Fontana; il mosaico pavimentale mostra un cratere inquadrato da un'iscrizione che invita a bere vino se si ha sete! La caupona di Alexander fu allestita all'interno della Porta Marina e vi si vede un mosaico raffigurante una danza grottesca, una Venere e due pugili.
La caupona del Pavone serviva i quartieri residenziali lungo il cardo verso il sud della città: è provvista da una grande sala con il bancone in fondo e da una saletta riservata decorata con eleganti affreschi.